SCALATA DELLA MONTEA

Domenica 26 Maggio – Scalata della Montea ( 1825 m s.l.m) Parco del Pollino

 

Percorso: Fontana Cornia (1032 m s.l.m.) – Montea (1825 m s.l.m.) 

Dislivello in salita: 800 m circa

Durata: 7 ore circa

Difficoltà: EE

 

 La Montea, con i suoi affascinanti e faticosi saliscendi… La affronteremo partendo dalla fontana di Cornia e percorrendo la “via normale” di salita di questa stupenda  montagna, tenteremo di raggiungerne la cima. L’aggettivo “normale,” non deve trarre in inganno e non deve assolutamente far pensare che sia una passeggiata, anzi! La Montea è una delle montagne del Pollino ad avere la via classica più difficile! Ma sa ripagare di tutti i sacrifici che si fanno per salirla, con i panorami meravigliosi che offre ed un ambiente unico e impareggiabile. Consigliamo la scalata a persone ben allenate e che si sappiano muovere su terreni ripidi, sconnessi ed esposti, raccomandiamo di vestirsi a “cipolla” e di essere già alla partenza forniti di acqua e bevande isotoniche poiché si camminerà per gran parte del tempo esposti al sole, quindi sarà facile ritrovarsi disidratati.

L’appuntamento è fissato per le 6,30 allo svincolo di Cosenza, e alle 6,45 a quello di Torano.

Per info e prenotazioni contattare il socio Massimo Gallo che guiderà l’escursione, o scrivere a amicimontagna(chiocciola)libero.it

WEEKEND IN SILA

18-19 maggio 2013 Due giorni a spasso nel Parco Nazionale della Sila, con soggiorno presso il Rifugio Casello Margherita (www.casellomargherita.it), lungo la strada delle Vette, nei pressi del valico di Monte Scuro

 18 maggio - M. BOTTE DONATO                                                                  Appuntamento presso lo svincolo A3 di Cosenza Sud (parcheggio clinica “La Madonnina”) ore8,30.

Percorso: Croce di Magara (1365 m) - M. Botte Donato (1928 m) - Croce di Magara (1365 m).

Dislivello in salita: 563 m

Durata: 5 ore

Difficoltà: E                                       

L’escursione, che si snoda lungo la Tappa 18 del Sentiero Italia, segue una mulattiera frequentata in passato da carbonai (sono ancora ben visibili i cosiddetti sietti ‘e re cravunere) che risale, passando in mezzo ad ombrose faggete intervallate da luminose praterie d’alta quota, l’Alta Valle del Neto e l’articolato reticolo di sorgenti che la compongono. Si sbuca infine sulla cima più alta della Sila, M. Botte Donato, dove accanto alla vastità del panorama si ammirano a poca distanza, celati ai più e sparpagliati in mezzo ad un groviglio di alberi, dei faggi centenari dalle forme contorte e tragiche, plasmati dal tempo e dalle estreme condizioni ambientali e risparmiati al taglio perché non buoni per fare il carbone.

Cena e pernottamento presso il rifugio Casello Margherita, dopo cena il socio Domenico Riga intratterrà gli ospiti con la proiezione di un dvd di sue foto: Alpinismo invernale nel Parco del Pollino.

 

 

19 maggio - SERRA STELLA E BOSCO DEL’APITETTO

Prima colazione presso il rifugio, pranzo a sacco fornito dal rifugio
Percorso:
rifugio (1424 m) - Vallone Margherita (1154 m) - Curva di Giangri (1223 m) - Vallone Catalano (1203 m) - Serra Stella (1813 m) - Rifugio Casello Margherita (1424 m)

Dislivello in salita: 659 m

Durata: 5-6 ore

Difficoltà: E

Si parte direttamente dal rifugio e si scende dapprima nel Vallone Margherita, attraversando un giovane bosco di pino laricio e castagno, fino a sbucare sulla SP 256. La si segue per un piccolo tratto fino al tornante chiamato Curva di Giangri dove si imbocca una vecchia mulattiera scavata nella pietra che scende rapidamente fino al greto del torrente Catalano e alla località Orto Parise, sede un tempo di una florida azienda agro-forestale. Da questo punto si comincia a salire seguendo una stradella sterrata che man mano si restringe e ridiscende sull’alveo del torrente nel punto in cui la vallata diventa più angusta e riceve acqua da diversi rivoli. Si supera il corso d’acqua e si sale sempre più ripidamente, dapprima in mezzo alla faggeta e poi sotto enormi abeti bianchi. E’ il centenario bosco dell’Apitetto, rifugio di molti animali selvatici e giustamente sito di importanza comunitaria e proposta di riserva integrale nel Piano del Parco Nazionale della Sila. Al termine della ripida salita su sbuca sotto il crinale di Serra Stella (1813 m) che si segue per un tratto fino all’Erboso. Da qui si prosegue fino alla nota Strada delle Vette da cui si stacca subito una mulattiera che, attraversando una fitta faggeta impreziosita da molti esemplari di abete bianco, ci riporta nei pressi del rifugio. Se restano gambe e voglia, foto di gruppo sotto la leggendaria Pietra di Margherita

 

Costi

La quota di partecipazione è di 55€ per i soci e 60€ per i non soci, i bambini fino a 3 anni non pagano, per i bimbi da 4 a 10 anni la quota è di  40 euro, le prenotazioni devono pervenire entro il 16 maggio. (amicimontagna(chiocciola)libero.it)
Usufruiremo del servizio guida di EduardoSantoro che ama camminare in montagna per passione e professione, è guida escursionistica in Sila (guida AIGAE e guida ufficiale del parco)
La quota comprende: cena di sabato, pernottamento, prima colazione e pranzo al sacco di domenica.  Il rifugio è dotato di 13 posti letto suddivisi in 4 camere (triple e quadruple), ciascuna con bagno privato, la biancheria da letto è fornita, per gli asciugamani e quanto necessita per la toletta personale bisogna provvedere in proprio

14 APRILE ACQUAFORMOSA

 ACQUAFORMOSA - SANTA MARIA DEL MMONTE - COZZO DEL LEPRE - PIANO DI CAMPOLONGO
Ritrovo alle ore 9,00 nella Piazza centrale di Acquaformosa con la nostra guida il socio Vincenzo Maratea. Dal centro abitato di Acquaformosa si prosegue in auto in direzione della Madonna del Monte. Dopo circa 5 km di strada asfaltata si lasciano le auto e si prosegue a piedi su una comoda sterrata che conduce in circa un'ora alla chiesetta. Da qui si prosegue verso Cozzo del Lepre passando davanti al mausoleo costruito in ricordo del pilota che qui si è schiantato col suo caccia militare nel 1982. Si ritorna indietro e passando nuovamente davanti alla chiesetta si prosegue per il pianoro di Campolongo di Lungro (tutta strada asfaltata, purtroppo). Pausa pranzo. Si ritorna indietro e si scende alle auto dal vecchio sentiero, se praticabile. Durante il ritorno faremo una visita al
Centro Rapaci ed infine alla Chiesa Madre ricca di affreschi ed icone in argento-oro e al centro storico con i suoi murales. In presenza di neve saranno necessarie le ciaspole.
Partenza alle 8.00 dallo svincolo A3 di Torano, per info scrivere a amicimontagna(chiocciola)libero.it

Acquaformosa (Firmoza in arbëresh) è un comune di 1.164 abitanti.

Il paese è collocato ad un'altitudine di 756 metri s.l.m. alle pendici del Cozzo del Lepre. Fa parte della minoranza linguistica arbëreshë, presente in tutto il territorio dell'Italia meridionale. La popolazione custodisce usi, costumi e tradizioni e conserva il rito greco-bizantino, soggetto alla giurisdizione ecclesiale dell'Eparchia di Lungro.

Si narra che la principessa Irene Kastriota, figlia dell'eroe Skanderberg, soggiornasse presso l'Abazia di Santa Maria dell'ordine cistercense, e una volta bevendo l'acqua della Badia, abbia esclamato "che acqua formosa" e che da allora il luogo abbia cambiato nome da Ariosa ad Acquaformosa.

 

Il Santuario Santa Maria del Monte si trova a 1423 metri sul livello del mare. Fu un luogo di silenzio, immerso nella natura, un approdo sicuro per chi aveva la necessità di fuggire dalla furia degli uomini e avvicinarsi a Dio.

La chiesa non ha una precisa data di costruzione, è probabile che il primo nucleo della struttura sia stato edificato tra il IX e XI secolo. La testimonianza più antica narra dell’esistenza di un eremo costituito da una sola stanza con un campanile di circa 4 metri di altezza. Inoltre l’architettura non ha una chiara collocazione stilistica, risulta semplice e allo stesso tempo severa. Con il passare del tempo la chiesa è stata restaurata e manomessa da maestranze locali.

La leggenda racconta che un pastorello abbia trovato, nei pressi dell’attuale santuario, in un crepaccio apertosi per la caduta di un fulmine, il busto della Madonna che allatta il Bambino.

La chiesa conserva, la statua della Madonna che allatta il Bambino ed un affresco su un altare laterale raffigurante S. Anna. L’altare maggiore sembra essere in stile barocco.

La prima domenica di Maggio e di Luglio si svolge una processione che si snoda dal Santuario al luogo di ritrovamento della statua.

Weekend in Aspromonte

Anche quest’anno torniamo ad ammirare le meraviglie dell’Aspromonte: lo spettacolo delle cascate del Maisano e il panorama di monte Montalto.

Partenza sabato alle 8.00 da Cosenza, piazzale vicino la clinica “la Madonnina”. Arrivo a Gambarie dove incontreremo Raffaele Grimaldi, la nostra esperta guida per il fine settimana, da qui proseguiremo per la diga del Menta, e l’inizio della nostra escursione. Scenderemo fino al torrente Menta lungo un sentiero boscoso e ben segnalato fino a giungere alle cascate. Escursione semplice e adatta a tutti.                      Domenica mattina partenza dal rifugio per la cima di monte Montalto, percorso lungo circa 9km (solo andata), la salita non  presenta particolari difficoltà se non la lunghezza (difficoltà  EE), durata circa 8 ore.

Quota di partecipazione 50€ per i soci e 55€ per i non soci, prenotazioni da far pervenire entro il 24 Aprile. La quota comprende: cena di sabato, pernottamento, prima colazione e pranzo al sacco di domenica. Alloggeremo presso il bellissimo rifugio Biancospino ai piani di Carmelia. Per ulteriori info e prenotazioni scrivere a amicimontagna(chiocciola)libero.it              

7 APRILE Ferrata del Caldanello

7 APRILE – Ferrata del Caldanello, Cerchiara di Calabria

A Cerchiara di Calabria, bellissimo paesino della zona orientale del Parco, posto su un roccione a strapiombo sulla forra del torrente Caldanello, alle pendici del monte Sellaro, è stata attrezzata una divertente via ferrata definita "Ferrata della Gravina" o "Ferrata del Caldanello; si divide in due tratti che si snodano sulle opposte pareti della forra. Quella di sinistra quasi in orizzontale, e dopo uno spigolo porta al primo tratto verticale. Qui bisogna fare molta attenzione perché non ci sono pioli intermedi che possano frenare un’eventuale caduta o servire da appoggio.
Segue un altro tratto ripido e subito dopo altri 6/7 metri quasi verticali ed esposti sul filo di una crestina (è presente un piolo intermedio). Quindi una lunga cengia, prima esposta e poi, per un breve tratto, non attrezzata in quanto facile, porta al punto tecnicamente più impegnativo: un’altra parete poco più alta delle prime, ma molto più liscia e naturalmente senza nessun piolo tra base e sommità della stessa. Superata questa difficoltà, altri brevi e facilissimi passaggi portano in due minuti ai ruderi del castello di Cerchiara che segnano la fine dell'ascesa. Per quanto riguarda il tratto sulla destra idrografica del torrente, è spettacolare il primo tratto, che porta subito su una liscia parete di circa venti metri che scende a picco nel fondo della forra. Qui bisogna calarsi verticalmente per 4/5 metri per immettersi poi su una stretta cengia che sale in diagonale, sempre esposta sulla stessa parete, che man mano che si prosegue aumenta d'altezza, fino ad un esposto passaggio in un diedro dove i 50/60 metri che ci separano dal fiume, si vedono tutti, perfettamente verticali sotto i nostri piedi. Da qui in poi si continua a salire sfruttando delle cenge, ma senza emozioni, fino a che tutto finisce a metà parete e bisogna tornare indietro. Recentemente, ad opera dei ragazzi del Soccorso Alpino di Cerchiara, è stato attrezzato un ulteriore tratto di ferrata, il cosiddetto "Ramo Imperiale,"che percorre una stupenda ed espostissima cengia quasi orizzontale riservata ai "cuori forti," che è la ciliegina sulla torta di questo splendido percorso attrezzato.
La difficoltà complessiva delle due vie è valutabile come PD, anche se aumenta a D nei singoli passaggi verticali per la mancanza di frazionamenti.
Partenza alle 8,00 dallo svincolo A3 di Cosenza sud e alle 8.15 da Torano. Per info e prenotazioni chiamare il socio Massimo Gallo o scrivere a amicimontagna(chiocciola)libero.it                                                                                         Attrezzatura obbligatoria: casco, imbrago, longe da ferrata o in alternativa longe normale a due rami + 2
moschettoni a ghiera.

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