Escursione su Monte Barbaro

ESCURSIONE AL MONTE BARBARO

 

Un’escursione aspettata da tempo, una giornata immersi nella Natura come sognavamo da tempo, un tempo “lento” per tentare un contatto con la Terra, per levare uno sguardo all’azzurro pallido del Cielo, per assaporare la roccia tra le mani..

Si potrebbe chiudere qui il racconto dell’escursione sul Monte Barbàro: poche frasi che descrivono benissimo lo stato d’animo di una giornata, senza sprecare troppe righe, troppo fiato… quel fiato che è bene conservare per camminare…
Tentiamo di dilungarci in una serie di frasi, che a volte potranno apparire di circostanza, ma le descrizioni ridondanti forse alcune volte non servono.
L’escursione del 15 marzo, fatta con gli Amici della Montagna, è una delle più belle escursioni fatte insieme: la meta un monte alle spalle di Fiumefreddo Bruzio, in piena Catena Costiera: Monte Barbàro.
Questo è uno di quei monti minori, “come fa il minuto quando passano le ore” canta Max Gazzè, quei monti con pochi sentieri, sconosciuti ai più, nascosti dai fratelli vicini, tra cui il maestoso Monte Cocuzzo, quei monti tralasciati ai pascoli e a chi tenta di distruggere l’ambiente, quei monti di cui, piccoli camminanti, ci dimentichiamo spesso, come se la bellezza della passeggiata sia legata imprescindibilmente alla quota raggiunta. Ma si può pensare una catena montuosa fatta solo di vette grandi e maestose?? Si può relegare il valore della terra calpestata con gli scarponi solo se questa ha abbastanza altitudine?? Il senso di camminare sta nel dove si arriva o nel come si ci arriva? Sta nell’atto di raggiungere qualcosa o nell’animo con cui ci si avvicina a questa cosa?!
Non c’è una risposta unica a queste domande, come non c’è un unico approccio alla montagna, ma per noi quella di domenica è un’escursione particolare appunto per questo: nessuna vetta raggiunta, un gruppo di persone stupende e diversissime che imparano a conoscersi, a stare insieme, ad accordare i vari passi ad una comune nota, come se ognuno debba completarsi con le note diverse degli altri, per tentare insieme di esser musica in quel silenzio infinito che si prova in montagna.
La prima parte della giornata è forse la più avvincente, su una cresta rocciosa molto esposta dove spesso ci aiutiamo con le mani, piena di spuntoni, con tratti a strapiombo, dove per sicurezza procediamo con la corda. Circa tre ore di panorama mozzafiato, anche se un po’ di foschia nel cielo non ci permette di ammirare quel blu acceso del mare e del cielo. Giunti ad un sentiero, scendiamo un po’ di quota per entrare in una valle, dove Massimo, la nostra guida, ci dice che fino a poco tempo fa c’erano delle cascate stupende. Si, purtroppo si, avete letto “c’erano”: infatti da poco tempo sono state distrutte per far arrivare l’acqua ad una cava posta a fondo valle.
A parte la tristezza per un paesaggio che ora si può solo immaginare, l’altra parte della valle è mista di tratti con un verde rigoglioso, zone simili a gole con piccole cascate e ancora rocce, che rendono difficile la nostra discesa.
Pieni di quella stanchezza che fa sorridere perché è ben voluta, arriviamo alle macchine nel pomeriggio e dopo i saluti ci incamminiamo per tornare a Cosenza.
Un ultimo pensiero va all’immaginare il sole che si immerge nel mare tinto di rosso, visto da quella cresta stupenda e al pensare una discesa notturna, con un occhio ai piedi e l’altro al nero notturno rischiarato dalla Luna e dalle Stelle… sperando che presto ci sia questa possibilità..
Alla prossima..

Grazie di quest’escursione ADM!

 

Oreste e Cristina

 

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