La Via della Clessidra - Tramonto su Piano Ruggio


Cominciamo la discesa, siamo tutti più allegri e rilassati, all’acquedotto Anna ci prepara con l’acqua fredda un buon tè. Riattraversiamo i Piani di Iannace dove fra i bassi ginepri cantano i grilli-talpa.

Nel bosco l’aria immobile e satura di umidità accresce quell’atmosfera fiabesca e misteriosa che sempre si avverte in questi posti. In attesa di ricompattare il gruppo, ci sediamo “sub tegmine fagi”, all’ombra di un grande faggio, bucolica citazione di Rosario di virgiliana memoria.

In poco tempo, rinfrescati da qualche gocciolina di pioggia, siamo al Santuario alle macchine. Dopo una sosta ristoratrice, dove finalmente viene svuotato lo zaino senza fondo di Pino e Vincenzo, riprendiamo la strada del ritorno. Siamo ormai al tramonto quando sostiamo brevemente a Piano di Ruggio, i colori sono diversi a quest’ora, l’aria adesso è più tersa, i contorni sono più netti, il verde degli alberi e dei prati è più brillante e s’intona al mio pile verde ‘evidenziatore’.

E’ stata una bella giornata, anche alla fine di quest’escursione sono come sempre contenta e soddisfatta, anche se non abbiamo percorso il nuovo itinerario, anche se non abbiamo raggiunto la vetta. Mi chiedono spesso perché vado in montagna, che cosa cerco , che cosa trovo. Il contatto diretto con la natura, la varietà e la bellezza dei paesaggi, i silenzi, i pensieri, gli scherzi e le parole scambiate fra di noi, l’arricchimento interiore, è tutto questo quello che rende bella e unica ogni escursione, è tutto questo quello che cerco e trovo in montagna.

Le montagne vanno scalate, non solo ammirate da lontano, “dall’alto della montagna tu puoi vedere come sia grande il mondo e come siano ampi gli orizzonti”. Quando un anno fa ho iniziato a partecipare alle iniziative dell’A.d.M. cercavo nuovi amici, ho scoperto la montagna, sto ritrovando me stessa

Maria Pia De Rango

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