La Valle del Sinni

La mattina era iniziata sotto auspici deludenti: il gruppo di amici che avrei voluto accanto si era defilato all'ultimo momento, l'idea di stare tante ore in macchina non mi allettava, odio guidare e odio alzarmi presto nei giorni di "festa", ma il cielo si mostrava terso e prometteva di essere una bella giornata e così è stata.
Il gruppo, meno sparuto del previsto, si è ri-compattato a Torano e insieme siamo partiti alla volta di Tursi per incontrare la nostra guida Giorgio Braschi, presentatomi dai miei nuovi amici come una persona davvero capace nel suo mestiere che mi ha subito colpito per la voce calda e pacata con la quale ha reso veramente piacevoli le tante ed interessanti informazioni sul territorio che ci ha illustrato: la zona del Sinni. Prima tappa del nostro itinerario è stata la chiesa della Madonna di Anglona, una costruzione in stile romanico, al centro di una vasta area di notevole interesse archeologico, il cui recente restauro ha messo in evidenza degli affreschi policromi che l'intonaco precedente aveva nascosto alla vista dei fedeli.
Dopo questa prima visita il gruppo si è spostato all'esterno dove la nostra guida nel richiamare l’attenzione sul vasto panorama che si stendeva davanti ai nostri occhi ci offriva lo spunto per riflettere su problemi del nostro tempo quali lo sfruttamento delle risorse energetiche passate e future, i pro e i contro delle cosiddette energie alternative e di come un paesino dalla triste nomea, Colobraro, abbia saputo riconvertire questa debolezza in uno dei punti di forza di una politica che punta sul rilancio del turismo culturale. E’ stata poi la volta della visita alla più grande e purtroppo poco conosciuta e di conseguenza poco apprezzata diga in terra battuta d'Europa, quella di Monte Cutugno. Anche in questa circostanza le conoscenze del nostro cicerone ci hanno permesso di cogliere aspetti che sfuggono al nostro occhio poco esperto, quali il lavoro e la perizia tecnica che stanno dietro ad opere del genere e di come sia poco intelligente non sfruttare questa risorsa anche dal punto di vista turistico.
Sosta per il pranzo conclusasi con un ottimo dolce preparato da Pia che ha attirato la vista e la gola anche di altri avventori
La seconda parte della giornata è stata caratterizzata dalla passeggiata fino al santuario Madonna del Pollino, attraverso un sentiero tracciato di recente dalla nostra guida insieme a un gruppo di suoi amici. A mio avviso ciò rappresenta un piccolo miracolo dei nostri giorni, se si pensa che è frutto del lavoro di uomini che amano la natura, vogliono valorizzarla e renderla più fruibile ad altri uomini. La prima parte del sentiero è apparsa ai nostri occhi come un tappeto dorato di foglie cui faceva da contrasto delicato ma vivace il lilla dei ciclamini ed il verde tenero dei faggi, mentre il secondo tratto presentava la rude bellezza di un giardino di pietra reso ancora più suggestivo dalla luce calda del tramonto. Purtroppo in cima una brutta statua del Cristo mi ha fatto venire in mente che forse il Signore nel raccomandare di non fare effigie della sua immagine l'avesse già prevista.
Ultima chicca proposta dalla nostra guida a fine giornata, è stata la breve visita al Mulino Iannelli che una recente ristrutturazione ha trasformato in un elegante hotel.
Le persone che ho avuto accanto in questa giornata l'hanno resa bella per più aspetti, ma devo fare dei ringraziamenti personali a Maria Carmela che con energia e allegria ha sopportato i tempi, le parole ed i percorsi di noi adulti; a Pia per avermi condotto ed evitato di guidare, alle sig.re Maria e Rosina per avermi accompagnato nei tratti di oscurità, quando la luna si dimenticava di rischiarare i nostri passi, sulla via del ritorno, (che frase poetica) facendomi entrare con le loro confidenze un po’nella loro vita.
Alla prossima

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